I pompieri si sono presi la città, ieri. E hanno regalato una giornata a cavallo tra lo sport, l’abilità e il divertimento.

Perché questo è «King of fireman», la kermesse che ha coinvolto il movimento pompieristico trentino, organizzata dall’ex comandante Luca Minatti, da Roberto Bellini, dalla ditta Tecnotec di Mezzolombardo e da «Why not». Una giornata in cui i vigili del fuoco volontari si sono misurati su prove di abilità, correndo contro il cronometro. Una giornata, soprattutto, in cui i roveretani hanno potuto vedere i pompieri in azione, in uno spirito di festa capace di coinvolgere gli adulti – in quello che fino a giorno prima era il villaggio strong – e i bambini, tra giochi gonfiabili e tentativi di usare estintori e manichette.

Così si spiega la soddisfazione di Luca Minatti, quando ormai le eliminatorie erano finite, e si attendeva la serata per le finali: «È andata benissimo, sono entusiasta, davvero. Per tutto il giorno c’è stato il pienone, i pompieri si sono divertiti. È andato tutto bene». L’obiettivo era ambizioso: trasformare in spettacolo l’attività pompieristica. Il tutto, naturalmente, in perfetta sicurezza. Non era facilissimo, ma ci si è riusciti, grazie alla struttura alta 12 metri, sulla quale dovevano salire – attraverso decine di gradini – i pompieri, trascinando i ferri del mestiere. Ovviamente, bardati come se dovessero aggredire un incendio, quindi tutone (che tanto al fresco non deve averli tenuti) casco, bombola sulle spalle, guanti. Raggiunta la cima giù di corsa, per prendere la manichetta e buttar acqua contro il bersaglio. Niente fuoco, e i motivi riguardano la sicurezza: si voleva realizzare un evento partecipato, sarebbe stato rischioso inserire le fiamme, non sapendo quanta gente sarebbe arrivata.

Meglio puntare l’acqua verso un bersaglio. «Ucciso» il fuoco virtuale, via verso il manichino da salvare. Che si dice manichino, ma pesava 75 chili, non proprio una piuma. Questo il percorso, da coprire in cinque pompieri: ci si misurava con il cronometro e con una squadra avversaria. E tutt’attorno il tifo del pubblico. In tutto 24 le squadre partecipanti, da mezzo Trentino.

Gente che era lì per lo spirito di squadra, per l’orgoglio di dimostrare le proprie abilità, e soprattutto per godersi una giornata tra pompieri, senza l’assillo dell’intervento. Perché 12 metri saranno pure tanti da salire, a gradini, portando una manichetta. Ma quando la lotta è contro il cronometro e non contro il fuoco vero, ci si diverte, oltre che far fatica. Ma quel che ha fatto la differenza, ieri, è stato anche tutto il contesto. Perché si è intelligentemente organizzata la kermesse il giorno dopo la Strongmanrun, quindi si è potuto approfittare del villaggio strong, che garantiva la sopravvivenza – in termini di cibo e bevande – sia ai partecipanti che al pubblico.

Soprattutto, il villaggio al Follone si è trasformato in una straordinaria vetrina per il movimento pompieristico. Grazie alla gara, ovviamente. Ma pure grazie agi allievi dell’unione distrettuale, che hanno messo tutta la pazienza del mondo con i bambini che volevano provare a diventare pompieri per un giorno. E quindi idrante in mano, i piccoli hanno giocato con l’acqua, hanno effettuato il percorso pensato per loro e poi si sono rilassati a «pompieropoli», l’area dei giochi gonfiabili.  «Da un’idea tra amici, in tre mesi siamo arrivati alla realizzazione – osserva Minatti – ed è stato fantastico. Volevamo mostrare l’attività interventistica in modalità spettacolare. L’obiettivo finale è ovviamente quello di avvicinare i giovani all’attività dei pompieri, nella speranza, un giorno, di trovare nuove leve. Andare nelle scuole serve ma non ha grandissimi risultati. Abbiamo provato così, ed è stata un’iniziativa che ha funzionato. Si sono divertiti tutti».

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